SCIOPERO e dintorni…

Storie di corsari, angeli guerrieri e giungle di gattopardi.

( Editoriale numero 35 Cub Rail, INFO ABBONAMENTI: cubrail@libero.it )

Veniamo da uno sciopero importantissimo, lo Sciopero Generale del 18 marzo 2016, proclamato da Cub, Si Cobas, Usi -Ait, Sgb, con adesioni di varie altre realtà sindacali territoriali come Slai Cobas, Usb, Fiom, Filt, singoli attivisti e membri RSU, che ha visto mobilitati migliaia di lavoratori in tutti i settori e nobilitate le energie di tanti attivisti che si sono impegnati negli ultimi mesi per questo traguardo.

Rilevante è l’importanza di aver scioperato per un modello sociale alternativo allo sfruttamento sistemico del liberismo moderno, su una piattaforma sindacale e politica culturalmente molto avanzata: Contro le politiche di guerra e occupazione imperialista, contro gli accordi liberticidi sulla rappresentanza, contro il jobs act e il precariato, contro la riforma della scuola, contro il pareggio di bilancio inserito nella costituzione; inoltre abbiamo scioperato anche per la nostra vertenza di settore, tornando a chiedere migliori condizioni di lavoro per i ferrovieri e certezza per il futuro della categoria.

Eppure, per ogni lavoratore che ha scioperato ve ne è almeno un altro che ha avuto paura di farlo o ha ritenuto invece più proficuo continuare ad assecondare padroni e Governo, non sono neanche isolati i casi in cui lavoratori hanno sostituito i colleghi in sciopero con atti vili di crumiraggio, che danneggiano le prospettive di riscatto di intere categorie, almeno quanto il cinismo di aziende e istituzioni.

La nostra missione da affrontare con coerenza e costanza, è soprattutto culturale: Erigere la coscienza di classe come fondamento della lotta contro la barbarie capitalista.

Compito assai duro perché osteggiato dai falsi alfieri dei lavoratori e al contempo dalla deficienza di energie politiche capaci di affrontare con efficacia, lo sfruttamento di persone, risorse e territori.

Invero una delle problematiche principali è oggi rappresentata da sindacati confederali maggioritari che svolgono il ruolo di stampella di queste dinamiche odiose, infatti accettando percorsi concertativi di spartizione di potere, molte organizzazioni sindacali, hanno svenduto i lavoratori in cambio di compartecipazione alla gestione aziendale, al meccanismo delle carriere, ai benefici economici che derivano anche da distacchi sindacali e permessi retribuiti.

Tale iattura ha determinato in tutti i comparti, peggioramenti continui delle condizioni di lavoro, con la firma ripetuta di Ccnl al ribasso e con l’avvallo diretto o indiretto di misure repressive che hanno cancellato le tutele per chi lavora, come la Legge Biagi, la Legge Fornero, la cancellazione dell’Articolo 18, la riforma del lavoro (Jobs Act), dispositivi che impedendo ai lavoratori di ottenere le necessarie forme di difesa e reintegro, hanno cronicizzato la precarietà e lo sfruttamento, rendendo fisiologico un apparato normativo spietato e innaturale.

Non solo, l’aumento progressivo dell’orario di lavoro per tutti i lavoratori, abbinato all’aumento dell’età pensionabile ed alla esternalizzazione delle produzioni, ha causato la drammaticità della attuale situazione occupazionale; anche di questo, per la pochezza di mobilitazioni e l’assenza di reali contrasti, i sindacati concertativi sono corresponsabili insieme ai Governi degli ultimi 30 anni, sacrificando il futuro di questo paese sull’altare del profitto, di pochi cinici speculatori.

La svendita dei servizi pubblici essenziali e la nefasta stagione di privatizzazioni, che ha distrutto la qualità del lavoro per gli addetti, senza apportare alcun reale beneficio per gli utenti, si inquadra nello stesso processo speculativo.

Questa liquidazione di diritti è tuttora in corso, ne sono esempi la progressiva cancellazione della contrattazione nazionale a favore di quella aziendale e gli attacchi al diritto di mobilitazione e di sciopero.

In particolare il diritto di Sciopero, strumento Principe di difesa per i lavoratori, è regolamentato in Italia da una delle leggi più restrittive del mondo (legge 146\90), che nei servizi essenziali (dicitura peraltro interpretata in maniera sempre più estensiva), non consente ai lavoratori di scioperare per più di 24 ore e vincola lo sciopero a una procedura di autorizzazione liberticida, che spesso espone organizzazioni e lavoratori a repressione e sanzioni, come dimostrano le precettazioni più volte subite anche da noi ferrovieri, dalla commissione di garanzia e dal prefetto di Milano in occasione di Expo.

Eppure sono allo studio misure di ulteriore compressione del diritto di sciopero, sono infatti depositate in parlamento tre proposte di Legge che puntano a cancellare la possibilità delle organizzazioni sindacali più combattive di dichiarare sciopero, una di queste è stata addirittura elaborata in accordo con le O.S. concertative, che puntano così a sottrarsi dal confronto con le mobilitazioni dei sindacati di base.

Si aggiungono le dichiarazioni, contro il diritto di scioperare, fatte da Renzi e Alesse (presidente della commissione di garanzia) e dal presidente del Codacons (candidato alle Comunali di Roma); infastiditi dalla riuscita dello sciopero del 18 Marzo e dai bellissimi cortei organizzati per l’occasione a Milano, Firenze, Torino, Parma, Bologna.. dove lavoratori, studenti, disoccupati, immigrati, hanno sfilato fianco a fianco contro le politiche del Governo.

Anche il recente Testo Unico sulla Rappresentanza voluto da Cgil, Cisl, Uil e Confindustria, ha sostanzialmente attaccato il diritto di sciopero, vincolando la partecipazione delle organizzazioni sindacali agli organismi aziendali di rappresentanza, come RSU ed RLS, alla autolimitazione della conflittualità e della libertà di dichiarazione di sciopero, un ricatto che come Cub Trasporti abbiamo rifiutato e per questo motivo ci siamo congedati da tali organismi, rilanciando dal basso e senza bavagli, la mobilitazione dei lavoratori.

Al contrario di noi molte organizzazioni sindacali hanno invece ceduto al ricatto firmando il Testo Unico sulla Rappresentanza, in ferrovia attualmente solo CUB e CAT hanno deciso di resistere e rigettarlo.

Per questo motivo e per l’attuale incapacità del sindacalismo di base di compattarsi in battaglie antisistemiche unitarie, non è stato possibile organizzare in modo unitario lo sciopero generale del 18 Marzo; eppure riteniamo necessario ed urgente ritrovare compattezza tra lavoratori e organizzazioni sindacali conflittuali, per ostacolare in maniera unitaria e solidale, un sistema Governo-Padroni-Sindacati Concertativi, che minaccia il nostro destino.

Riteniamo infatti importantissimo il sostegno concreto che lo sciopero del 18 Marzo 2016 ha ricevuto da molte sigle sindacali esterne alla proclamazione; il “pericolo” di questa unità di intenti dal basso è stata ben colta dalla controparte, nei maldestri tentativi del Presidente del Consiglio per delegittimarne la portata.

Così un caso particolare merita attenzione quando la Commissione di Garanzia Sciopero ha intimato formalmente all’O.S. CAT -con minaccia di sanzioni- di ritirare il sostegno alle ragioni dello sciopero: si vuole colpire proprio ciò che più fa paura, la progressiva formazione delle alleanze nel mondo del lavoro che portano ad esprimere su punti vertenziali qualificanti il maggior numero di lavoratori che vi si riconoscono.

Nei prossimi mesi riprenderemo il percorso di mobilitazione unitaria che ha portato i ferrovieri a scioperare più di ogni altra categoria negli ultimi due anni, contro il continuo peggioramento delle nostre condizioni di lavoro e contro la privatizzazione alle porte, contro il clima repressivo di contestazioni a pioggia e per la riassunzione di tutti i ferroviari ingiustamente licenziati; per un nuovo Ccnl finalmente equo e dignitoso!

Ancora e con più forza dovremo richiamare il coraggio e la determinazione che tanti ferrovieri hanno dimostrato.

Insomma un gran bello Sciopero quello del 18 Marzo 2016! Siamo pronti al prossimo round.

Ferrovieri Cub Trasporti

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