Cub Trasporti – SGB: Comunicato di fine sciopero

COMUNICATO di FINE SCIOPERO 25 ottobre 2019: FERROVIE Le ferrovie. Nonostante una partecipazione diversificata fra territori e settori, i ferrovieri hanno aderito con risultati sorprendenti, supratutto nel centro-nord. In Trenord è stato il culmine delle adesioni con decine di soppressioni di treni e perfino le defezioni di posti quadri, come le sale operative, con la dirigenza che è dovuta scendere a sostituire gli scioperanti. Ottima la partecipazione in certe linee o stazioni con, ad esempio, tutti i turni commerciali in sciopero. Lo sciopero ha intercettato un “Malessere Trenord” di lungo corso che sta ancora tutto intero davanti ad onta dei nuovi corsi, degli accordi di rilancio, del tutto bene di azienda e confederali d’accompagnamento. Proprio a Milano CGILCISL e UIL il giorno prima dello sciopero hanno sentito il bisogno di redigere un comunicato stampa che invitava a boicottare lo sciopero, avvertiva il peso sui cittadini e rassicurava che loro son d’altra pasta e pertanto meritano la titolarità esclusiva della rappresentanza: i lavoratori hanno risposto nel migliore dei modi, autorappresentando le proprie istanze nella giornata di sciopero, senza bisogno dei mediatori. Anche nel resto d’Italia tante sono state le partecipazioni, con attestazioni giunte dai luoghi e dai comparti più disparati delle lavorazioni ferroviarie (officine, movimento, biglietterie) oltre gli addetti alla più evidente circolazione treni. Ancora una volta un affidabile termometro della diffusione dello sciopero lo ha reso l’alacre impegno delle aziende a coprire con ogni forzatura e sotterfugio i turni ai treni, energie che tantopiù sono profuse a brigare per nascondere gli effetti e negare la partecipazione e più ne rivela la portata, anche a treni circolanti: pressoché ovunque comandi illeciti, distorsione delle norme tecniche, compressione del diritto di sciopero con abuso dei servizi minimi, anche con spese produttive triplicate, utilizzo di crumiraggio perfino con personale di altre imprese. Le Ferrovie nei Trasporti. I ferrovieri hanno rappresentato bene con questo sciopero l’insofferenza verso una condizione sempre più precaria del lavoro che scivola verso l’arbitrio, la precarizzazione, l’esternalizzazione, la vendita dei settori interi, la moltiplicazione delle spa interne pronte per la collocazione azionaria. CCNL scaduti (in FS da 2 anni) ma che avanzano ugualmente con accordi-toppa di concessione alle ristrutturazioni di un trasporto ferroviario di business e sempre meno per l’utenza diffusa e garanzia del dirittto universale alla mobilità. Con lo svuotamento delle lavorazioni e l’appaltizzazione, poi, viene ultimo al pettine il nodo della sicurezza, conseguenza diretta delle politiche di privatizzazione o gestione privatistica. Tra pezzi interi che vanno a gara e micro spostamenti in esternalizzazione, il piano industriale manca in ogni azienda, come manca un linea guida di quello che si vuole fare del trasporto su rotaia, al di là dei ritornelli sciorinati sulla sua promozione e che si perdono nella realtà quotidiana fatta di tagli e energie riversate a senso unico verso i settori di mercato. Le ferrovie si scoprono così a condividere con il resto dei trasporti la partita cruciale, in questa fase lunga, di privatizzazione: dai marittimi al TPL, dal trasporto aereo alle lotte dei portuali, ovunque l’alienazione del bene pubblico verso proprietà e méte private allontatanano sempre più una gestione pubblica dei servizi alla mobilità. I Trasporti nel Lavoro. I lavoratori dei trasporti si ritrovano infine a specchiarsi nella condizione di tutto il lavoro contemporaneo, dove imperversano precarietà, scippo dei dirittti, consegna all’arbitrarietà padronale e ristrutturazioni che scaricano sul corpo del lavoro costi e rischi dell’impresa, in nome di grandi profitti accumulati altrove. Da Alitalia a Whirpool, dagli infortuni e dai morti alle lotte nella logistica per strapparsi giornalmente a condizioni di lavoro di semischiavitù, dall’amianto alla Thyssen-Krupp, dall’ Ilva alla Fiat. Ovunque il mondo sta verificando lo scempio e l’insostenibilità della condizione sociale e ambientale, punto di arrivo di questi rapporti sociali che lo costituiscono. E’ con favore e pieno accoglimento che in questo sciopero si sono visti nelle manifestazioni e nei picchetti bandiere e partecipazione di lavoratori di molte più sigle che i soli proclamanti CUB-SI COBAS-SLAI COBAS-USI CIT. Segnale di una voglia di far quadrato dal basso sui problemi che mettono insieme tutto il mondo del lavoro a prescindere dalle dirigenze di questa o quella sigla che se ne facciano portatrici per un pezzo del percorso. Sapranno i lavoratori farsi carico complessivamente di questa priorità ricomp

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