Itinerari di speranza, è uscito CubRail 34

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EDITORIALE N34 

INSEGUENDO UNA CHIMERA CHIAMATA DIGNITA’

Verso lo Sciopero Generale del 18 Marzo 2016

Lavoriamo in un’azienda che ha 150 anni si storia, 150 anni in cui le ferrovie italiane hanno collegato e unito il paese, una realtà centenaria che ha visto anche nascere, alcune delle prime e più determinate lotte per i diritti del lavoro.

Una tradizione di lotta e coraggio che ha visto colleghi e compagni in prima fila, fronteggiare per decenni l’arroganza di un sistema economico, finanziario e politico, che ha mirato ad assoggettare alle regole di sfruttamento capitalista lavoratori, beni comuni e servizi pubblici.

Mentre molti ferrovieri hanno onorato negli anni la dignità dei lavoratori e le attese dei cittadini, i sindacati confederali maggioritari si sono progressivamente adeguati e uniformati alle regole del sistema, svendendo se stessi e i diritti dei ferrovieri per tutelare le proprie strutture, fatte di distaccati, permessi retribuiti e privilegi riconosciuti dalle aziende, perseguendo fisiologicamente il metodo della compiacenza e della concertazione con gli interessi aziendali.

Tutti i ferrovieri sanno bene come la concertazione sia servita in questi anni a definire e selezionare gli attuali quadri dirigenti aziendali; naturalmente il prezzo lo hanno pagato i ferrovieri, con 4 contratti al ribasso in meno di 20 anni e uno prossimo in arrivo che aprirà definitivamente alla privatizzazione e alla svendita di diritti.

FS è un azienda ancora oggi di proprietà del Ministero del Tesoro, dove tuttavia ormai da 20 anni valgono regole di diritto privato, una abnormità anche formale che soltanto il ruolo di sindacati interessati e contigui alla logica del potere, poteva concedere.

La storia e la memoria ci sono necessarie per capire dove sta la verità; in meno di 15 anni un’azienda che aveva la sua forza nella unità è stata smembrata soltanto per indebolire i lavoratori e sezionata in tante realtà, con una drastica diminuzione degli addetti dei vari settori, mentre si è rafforzato l’apparato burocratico, creando manager tra i più pagati del panorama aziendale europeo.

Una divisionalizzazione approvata e firmata dai sindacati di sistema, aprendo di fatto al processo di privatizzazione e vendita.

Già nel trasporto regionale abbiamo assistito alle prime assegnazioni a vettori privati, come accaduto a Trenord, con passaggio di contratto al ribasso per i lavoratori del TMR lombardo; stesso percorso sta avvenendo in Piemonte ed Emilia Romagna, poi toccherà alla Toscana e così via..

Nel contempo si è smantellato il comparto merci\cargo regalando tratte ai vettori privati e facendo di tutto per ridurre l’efficienza del servizio merci FS.

Singolare anche la vicenda di NTV, operazione politica di concorrenza forzosa ed economicamente fallimentare, dove centinaia di lavoratori nonostante i contratti al ribasso, non hanno neanche oggi certezze per il futuro.

In 15 anni l’orario di lavoro dei ferrovieri FS è passato da 36 ore settimanale alle attuali 38 (con possibili aumenti nel prossimo CCNL se non lo fermiamo), da 8 ore al giorno a 10 ore al giorno, all’aumento spregiudicato dei riposi fuori residenza non conteggiato nel computo dell’orario lavorativo (RFR per personale mobile), al clima di vessazioni e favoritismi, alla pratica repressiva delle sanzioni a pioggia e delle punizioni mirate contro chi contesta e non si piega alla volontà padronale.

Un peggioramento delle condizioni di lavoro che, se abbinato all’aumento della età pensionabile decretato dalla legge Fornero, rappresenta un mix micidiale.

Intanto una parte determinante delle posizioni lavorative occupate dai ferrovieri, sono state negli anni appaltate a soggetti esterni spesso senza scrupoli, con stipendi da fame ed azzeramento di diritti e tutele; oggi nel comparto ferroviario i lavoratori degli appalti sono ormai quanti i ferrovieri delle aziende di trasporto ma non esistono regole uniche né tantomeno un contratto unico per questi lavoratori.

Lo stesso miraggio del contratto unico del settore è stato solo uno specchietto truffaldino, che ha preteso ulteriori sacrifici dai lavoratori, con la promessa falsa di tutelarli contro eventuali concorrenti esterni.

La favola nera con cui questi signori da anni prendono in giro i lavoratori, sostenendo arrogantemente che soltanto accettando condizioni di lavoro peggiori si può evitare l’assalto della concorrenza (a cui loro stessi hanno aperto), è una menzogna vigliacca!

Di fatto si sono creati volontariamente i fattori di rischio, per poi avere mano libera nel concordare le misure di precarizzazione richieste dall’azienda.

L’ultimo atto di violenza della collusione aziende-sindacato, si è concretizzata nelle nuove norme sulla Rappresentanza, previste dal Testo Unico concordato tra Confindustria e Triplice e poi accettate da gran parte delle sigle sindacali, che ha consegnato le rappresentanze RSU\RLS alle sole OS che hanno accettato l’autolimitazione del diritto di sciopero, cancellando il diritto dei lavoratori di scegliere liberamente i propri rappresentanti.

Molti ferrovieri ormai coscienti di questi inganni, stanno progressivamente abbandonando il sindacalismo concertativo, avvicinandosi progressivamente al sindacalismo di base, che sta dando vita a un numero di vertenze e scioperi ben maggiore di quanto fatto dalle OS confederali, ormai concentrate unicamente nella ginnastica dei tavoli di trattativa, che ha portato ai lavoratori soltanto lacrime e sangue.

La partecipazione straordinaria e maggioritaria dei ferrovieri agli scioperi locali e nazionali, organizzati dal sindacalismo di base negli ultimi due anni, dimostra che la strada è quella giusta, una strada di lotta, fatta anche di proteste comportamentali ed azioni legali, attraverso la quale intendiamo raggruppare e mobilitare un numero crescente e determinante di lavoratori, tale da ostacolare le dinamiche di speculazione che ci attanagliano, perseguendo tale obiettivo con movimenti e sindacati che condividono con noi analisi e percorsi di lotta.

Il panorama esterno alle ferrovie, negli altri settori del comparto trasporti, mostra come le dinamiche di privatizzazione abbiano punito lavoratori e utenti:

  • Nel Trasporto Aereo abbiamo assistito a un processo emblematico di speculazione selvaggia e svendita dei diritti.

Un settore ricchissimo che non ha conosciuto crisi, eppure ha visto aziende fallire per la concorrenza selvaggia e per l’incapacità gestionale di manager strapagati (spesso selezionati dalle stesse logiche di potere politico-sindacale presenti anche in ferrovia), ha visto una espulsione massiccia di forza lavoro, con migliaia di licenziamenti.

Licenziamenti rimpiazzati spesso da personale interinale a basso costo, grazie ai dispositivi legislativi dei governi Berlusconi, Monti e Renzi, peraltro interpretati in maniera spregiudicata e forzosa dalle aziende, con il bene-placet vergognoso dei sindacati concertativi; un uso tanto spregiudicato di norme e procedure, che recentemente il Tribunale di Roma ha dichiarato illegittimi molti di quei licenziamenti.

Questa sentenza importantissima è tra le pochissime in Italia di tale portata ad ostacolare le misure di speculazione capitalista di questi anni, un successo ottenuto grazie all’impegno dei compagni della Cub Trasporti, che in Alitalia anche dopo i licenziamenti non si sono persi d’animo e hanno continuato con determinazione e senza alcun sostegno mediatico, la lotta giornaliera con presidi e iniziative pubbliche che hanno sensibilizzato molti sulla vicenda e aperto gli occhi, per fortuna anche alla magistratura.

Chiaro che la battaglia per il riscatto è appena iniziata, vista l’opposizione di Aziende e Governo a questa sentenza; come ferrovieri staremo a fianco dei compagni di Alitalia e sosterremo la loro lotta, che è anche la nostra.

 

  • NEL TPL ormai il processo di privatizzazione è quasi concluso, gran parte delle aziende di trasporto pubblico locale sono state svendute a gestori privati.

Nel processo di privatizzazione i lavoratori hanno perso tutele e parte dello stipendio, con la disdetta in alcuni casi di tutti i benefici economici integrativi e con vergognose penalizzazioni per chi si ammala e addirittura per chi va in infortunio, 104 o maternità, negando indirettamente il beneficio di tali diritti, come accaduto in CTT nord in Toscana.

In ATAF, l’azienda storica che per decenni ha servito i fiorentini, con il passaggio a Busitalia (gruppo FS) i tranvieri hanno visto aumentare a dismisura i ritmi lavorativi ed hanno subìto pesanti riduzioni di organico, che causano ogni giorno centinaia di corse non effettuate, generando di fatto un taglio sostanziale di servizi non redditizi che invece erano garantiti dal servizio pubblico; intanto il costo dei biglietti è aumentato e i tempi medi di attesa per i passeggeri pure.

Lo stesso nome ATAF potrebbe presto essere cancellato, come ulteriore offesa alla dignità di lavoratori e cittadini.

A Roma in ATAC si sta anche preparando il passaggio in Busitalia e guardacaso i disservizi del trasporto sono improvvisamente impennati, per aumentare il malcontento dei cittadini e agevolare il passaggio al privato, i tranvieri romani che stanno provando ad opporsi, sono stati oggetto di pesanti misure repressive.

Anche a Genova e a Firenze i tranvieri hanno data vita a lotte durissime scioperando a oltranza e infischiandosene dei limiti imposti dalla legge 146 (una delle più restrittive del mondo), azioni di lotta represse a suon di multe e minacce di licenziamento ai lavoratori coinvolti.

A Milano in ATM, una delle poche realtà che ancora resistono come soggetti pubblici, in occasione di Expo sono state imposte ai lavoratori maggiorazioni di orario, contro le quali i tranvieri CUB Trasporti hanno data vita a Sciopero con adesione del 100% del personale, salvo poi essere precettati per 3 volte di fila dal Prefetto di Milano con la scusa di tutelare Expo, sorte toccata anche a noi ferrovieri.

Per tutti i tranvieri italiani l’ultima offesa è rappresentata dal nuovo CCNL, che ha portato l’orario di lavoro a 39 ore settimanali, con forti aumenti di produttività e con aumenti stipendiali vergognosamente irrisori, dopo 12 anni di vacanza contrattuale.

In alcune realtà, come in ATM Milano e in diverse aziende Toscane, i tranvieri hanno rigettato con forza tale vergognosa proposta di contratto, votando No al referendum sulla proposta di rinnovo al ribasso.

 

  • Nella Logistica, settore ingiustamente considerato fuori dal comparto trasporti al fine di ricercare le peggiori forme contrattuali per i lavoratori, si applicano (insieme al settore appalti) i peggiori livelli di sfruttamento del lavoro.

In molti casi non si applicano nemmeno le retribuzioni tabellari del CCNL (peraltro già sufficientemente umilianti)e I lavoratori vengono spesso impiegati a chiamata e senza diritti: Situazione gravissima ben nota alle istituzioni che ben si sono guardate dall’introdurre adeguate forme legislative di tutela, per non infastidire le potentissime multinazionali che operano nel settore.

Negli ultimi anni i lavoratori della logistica, tra cui molti stranieri, si sono ribellati a questo stato di cose, mettendo in atto proteste durissime e sfidando, anche sul piano fisico l’arroganza delle aziende, con picchetti e scioperi a oltranza.

Progressivamente tali proteste però sono sempre più represse con violenza dalle forze dell’ordine, comandate dai prefetti a tutelare gli interessi padronali anziché quelli dei lavoratori; ultimamente si sono verificati anche gravissimi episodi di krumiraggio, in cui lavoratori legati ai sindacati collusi con le aziende, hanno deliberatamente aggredito i lavoratori in sciopero.

 

–         Verso lo Sciopero Generale

In aggiunta alla grave situazione descritta, il Governo Renzi ha aumentato e cronicizzato la precarietà del lavoro tramite il JOBS ACT, che rende più facili i licenziamenti e tramite l’abolizione dell’articolo 18, impedendo così ai lavoratori il diritto di reintegra, anche in caso di licenziamento repressivi o punitivi.

Di fronte a tutto questo, come ferrovieri Cub Trasporti, stiamo lavorando per unire i lavoratori che fanno riferimento a più sigle del sindacalismo di base, perseguendo il percorso di Solidarietà ed Unità dei Lotte, superando il carattere autoreferenziale del sindacalismo conflittuale, combattendo le pratiche concertative e gattopardesche dei sindacarti di regime e dei falsi alfieri dei lavoratori.

In tale ottica i Ferrovieri daranno vita ad una grande giornata di lotta, in occasione dello Sciopero Generale Nazionale proclamato dalla CUB per il 18 marzo 2016; auspicando che il risveglio e la mobilitazione di lavoratori, cittadini, disoccupati, emarginati, discriminati… dimostri in maniera inequivocabile la necessità di regole per il lavoro più eque e civili e la necessità di un diverso sistema sociale, in cui riscattare diritti e aspettative.

Ferrovieri CUB Trasporti

—-Messaggio originale—- Da: Alessandro Pellegatta <talpa@teletu.it> Data: 15-feb-2016 17.27 A: <cubrail@libero.it> Ogg: Itinerari di speranza, è uscito CubRail 34

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