Morte collega dipendente Serfer

La Spezia, notte 4/5 agosto 2015, scalo ferroviario portuale del Molo Fornelli, durante le manovre di un convoglio merci, il collega Antonio Brino, 28 anni, dipendente della società SerFer, è rimasto schiacciato tra il convoglio e i respingenti del binario. Soccorso e sottoposto a delicati interventi chirurgici, il suo fisico ha resistito alcuni giorni, ma la mattina del 18 agosto si è arreso.

SerFer è una società controllata al 100% da Ferrovie dello Stato, con minori costi del personale direttamente dipendente.

Ma che si lavori per Ferrovie, RFI, NTV, Trenitalia, SerFer o una qualsiasi azienda dell’indotto, in appalto o in service, sono uguali i rischi del lavoro.

Un lavoro sempre meno controllato, con minore manutenzione ai mezzi e agli impianti, con modalità di servizio sempre meno in comunicazione tra le diverse branche in cui è stato diviso il comparto ferroviario, con sempre meno personale operativo in servizio e tempi sempre più velocizzati.

Si snatura il servizio pubblico, si smantellano sicurezza e diritti dei lavoratori, per privatizzare e quotare in Borsa il “Prodotto Ferrovia”.

Antonio è morto per colpa di questa mentalità manageriale devastante.

Lui come il collega Fabrizio Fabbri,35 anni, un figlio piccolo, manovratore Trenitalia, travolto dal convoglio che stava manovrando, nella notte del 12/13 gennaio 2014 a Firenze Santa Maria Novella. Come Alessio Maccanti, 44 anni, dipendente della società di appalto L’Operosa, travolto da un treno in transito nella stazione di Firenze Campo Marte la sera del 18 luglio 2009.

Come i tanti altri caduti in servizio in questi anni di deregulation normativa che ci viene imposta.

Autorganiziamoci. Lottiamo contro lo smantellamento delle tutele di sicurezza e della dignità del lavoro.

Cub Trasporti

 

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